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Essere cliente è una responsabilità sociale

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di FRANK MERENDA

Quando entro in un ristorante, non sto comprando solo gli ingredienti del mio piatto. Sto pagando perché qualcuno possa vivere dignitosamente del proprio lavoro. Perché un cameriere possa tornare a casa senza la schiena spezzata da turni infiniti. Perché un cuoco possa perfezionare la sua arte invece di correre disperatamente tra i fornelli sottorganico.

Non mi interessa pagare per il nome, per l’immagine, per il prestigio. Mi interessa pagare per essere trattato da essere umano e per trattare altri esseri umani con dignità. Questo vale per ogni acquisto, ogni servizio, ogni transazione. Essere cliente è una responsabilità sociale. Ogni volta che tiriamo sul prezzo, ogni volta che scegliamo solo in base al risparmio, stiamo votando. Stiamo votando per un mondo dove i lavoratori vengono spremuti, dove i fornitori vengono strozzati, dove le piccole imprese chiudono perché non riescono a competere con chi taglia sui diritti invece che sugli sprechi.

Non possiamo lamentarci che i nostri figli non trovano lavoro dignitoso se pretendiamo pizze a 5 euro e caffè a 1 euro. Non possiamo indignarci per i contratti capestro se premiamo sempre e solo chi ci fa risparmiare 50 centesimi tagliando su stipendi e sicurezza. Non possiamo piangere sul declino della classe media se, con le nostre scelte quotidiane, la stiamo condannando all’estinzione. Il prezzo che non paghiamo noi lo paga sempre qualcun altro. Lo paga il rider che pedala sotto la pioggia per due euro a consegna. Lo paga la commessa che sta in piedi dieci ore per uno stipendio da fame. Lo paga il piccolo produttore che deve scegliere tra chiudere o abbassare la qualità. Scegliere dove e come spendere i nostri soldi è un atto politico.

Ogni euro speso è un voto per il tipo di società che vogliamo. Quando paghiamo il giusto, stiamo costruendo un’economia dove il lavoro ha valore, dove l’impresa può innovare invece che sopravvivere, dove la qualità viene premiata invece che punita. E sì, lasciate la mancia. Sempre. Non è carità, è riconoscimento. È dire “vedo il tuo lavoro e lo valuto”. È mettere soldi direttamente nelle tasche di chi vi ha servito, senza intermediari.

La prossima volta che vi trovate davanti a due opzioni – quella economica e quella giusta – ricordatevi che state scegliendo molto più di un prodotto o un servizio. State scegliendo che tipo di mondo lascerete ai vostri figli.

Il mercato siamo noi. Le nostre scelte quotidiane sono più potenti di qualsiasi legge o regolamento. Usiamo questo potere con saggezza e responsabilità. Perché alla fine, una società dove tutti possono vivere dignitosamente del proprio lavoro è una società migliore per tutti. Anche per noi.

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4 COMMENTS

  1. Abbiamo anche un’anima marxista-leninista nel MV?
    E siamo sicuri di essere essere nella zona giusta dell’italia per dirlo?
    “Tirare sul prezzo”… con tutti i “piöcc maistrà” della zona BG-BR-LC-Valtellina (Lambrenedetto docet) che potrebbero fare corsi di specializzazione anche a liguri e piemontesi… battaglia persa!

    • Ho sbagliato, chiedo venia, Lambrenedetto non ce l’ha con BG-BR che anzi stima, ma con CO-MZ. Confermete LC-SO (Valtellina).

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