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Claustrofobia e Riccardo La Conca: pionieri del libertarismo italiano

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di ARTURO DOILO Alla fine degli anni Settanta in Italia, il panorama culturale era dominato da istanze fortemente ideologiche: da una parte il marxismo, dall’altra posizioni autoritarie e reazionarie. In questo contesto culturalmente stagnante si affacciò una voce radicalmente diversa, capace di rompere il conformismo delle idee. Nasce così Claustrofobia. La rivista che rompe il cerchio, cinque numeri pubblicati tra il 1978 e il 1979¹. Dietro quell'esperimento pionieristico, c'era Riccardo La Conca, definito da qualcuno “il matto della libertà”. La figura sorprendente di La Conca, un imprenditore e pensatore non convenzionale, fu fondamentale, e unica in quegli anni, per portare in questa penisola le idee libertarie e anarco-capitaliste, senza alcun riferimento partitico. Fu autore, fondatore e deus ex machina della rivista. In precedenza aveva scritto per SugarCo un volume ormai introvabile, Democrazia, Mercato e Concorrenza, con una prefazione dell'economista Sergio Rico
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