di MATTEO CORSINI
Nel consueto articolo della rubrica "Falchi & Colombe" sul Sole 24 Ore del sabato, Donato Masciandaro esordisce scrivendo che l'euro digitale "è un investimento pubblico che va fatto subito. L’Unione deve avere al contempo l’euro cartaceo e quello digitale, perché meno si utilizza la moneta pubblica, più è alto il rischio di divenire ostaggio delle monete private ed estere, magari senza accorgersene, anzi favorendole. È una sorta di sindrome di Stoccolma, ed è quello che sta proprio accadendo in Svezia".
E sì, lo spauracchio delle stablecoin private sta spingendo molti fautori della moneta fiat pubblica a invocare l'euro digitale come difesa contro il controllo della banca centrale sulla moneta. E perfino a rivalutare (almeno apparentemente) il contante, dopo anni in cui è stato strumento contro cui "lottare".
Masciandaro cita il caso della Svezia, dove il contante è quasi sparito, peraltro sostituito per lo più da pagamenti elettronici in m
Le stablecoins attuali sono tutte legate a quello schifo di dollaro, che ci si guadagna ad usarle? Privacy? Non ci giurerei.
La vera stablecoin potrebbe essere forse il btc, ma solo quando finiranno di minarlo e raggiungerà i 21 milioni emessi, ma anche qui c’è da risolvere il problema dei btc persi per sempre per morte senza eredi del proprietario, perdita delle stringhe di accesso, ecc. per cui nel tempo potrà solo e sempre diminuire e allora la stabilità risulterebbe compromessa in senso opposto, in un’eterna rivalutazione. Un bel rebus.