di MATTEO CORSINI
Giuseppe Conte (“Giuseppi” per Trump in versione 45° presidente USA, quando l’avvocato del popolo era presidente dei Consiglio) ha deciso di dire la sua, via social, in merito alla prossima legge di bilancio. La sua “terapia d’urto” prevede un maxi taglio delle tasse, con aumento della no tax area, un forte aumento dell’assegno unico, un consistente investimento nella sanità pubblica “con risorse vere”, nonché il ripristino di Transizione 4.0.
Poi l’appello alle altre forze di opposizione del cosiddetto campo largo:
- “Dobbiamo ritrovare un’unità di intenti e la massima determinazione per trovare una piena condivisione e cercare, qualora il governo non volesse accogliere questo nostro appello, di metterli in difficoltà per chiamare la migliore parte del Paese a sostenere queste misure”.
In sostanza, meno tasse (per alcuni) e più spesa pubblica. Conte non si premura di fornire numeri, soprattutto sulle coperture, su cui i cavalli di battaglia del M5S sono sempre “una tassazione dei super-profitti bancari ed energetici, aumentare la digital tax, definanziare le spese militari e le opere folli come il Ponte sullo stretto”. Ma niente numeri, d’altra parte lui è un avvocato, non un ragioniere, e la quadratura dei conti è un lavoro meschino.
Un aiuto potrebbe fornirglielo Maurizio Landini, con una ricetta a dire il vero non innovativa.
- “Chiediamo la restituzione del drenaggio fiscale e la sua neutralizzazione attraverso un sistema di indicizzazione automatica dell’Irpef all’inflazione”, dice Landini. Il che sarebbe anche condivisibile. A differenza di Conte, Landini, il cui motto da tempo è «i soldi bisogna andarli a prendere dove ci sono», aggiunge che la Cgil (ossia lui) chiede di introdurre un contributo di solidarietà dalle grandi ricchezze, ovvero i contribuenti sopra i due milioni di euro. «Si tratta di 500mila contribuenti. Con un’aliquota dell’1,3% il gettito sarebbe di 26 miliardi l’anno»”.
A parte il fatto che Landini dà per scontato che la base imponibile sia immodificabile e che vi si possa attingere a piacere, alla base della proposta vi è, ancorché implicitamente, l’idea che sia giusto attingervi per quanto ritenuto necessario, con buona pace dei soggetti tartassati. Che, essendo solo 500mila, evidentemente possono essere sacrificati. E in fin dei conti neppure sarebbe un grande sacrificio per loro, sembra proseguire il ragionamento.
Per lo meno Landini, a differenza di Gabriel Zucman che va proponendo qualcosa di simile per tamponare i buchi di bilancio francesi senza ridurre di una virgola una spesa pubblica che ammonta al 57% del Pil, non ha la pretesa di essere un economista, né di insegnare all’università.
Ma ho motivo di ritenere che Maffeo Pantaleoni parlerebbe di imbecillità di fronte alla sua proposta da fisco predatorio.


Quindi l’adenoidale Conte è ancora in circolazione.
E Giggino o’ bibbitaro addò senn’è iuto?
Gente che si dimentica dopo qualche anno, figuriamoci tra qualche decennio.