DI REDAZIONE
Eccovi servita la “questione morale”. Non c’entra la filippica scagliata contro i tangentisti da parte di chi le tangenti le pigliava dall’Unione Sovietica. Non c’entra neppure la gestione allegra dei soldi pubblici ad opera di quei comitati d’affari che ancor oggi si fregiano, impropriamente, del nome di “partiti”. Da Tangentopoli a Partitopoli sono trascorsi vent’anni ma ben poco è cambiato. I soldi sono troppi, la trasparenza troppo poca.
Non è questa però la “questione morale” di cui voglio parlarvi. Berlinguer la sventolava come pedigree di una presunta superiorità morale, i fatti lo smentirono. Oggi la questione morale riguarda il rapporto tra le casse dello Stato e le tasche dei contribuenti. Se abbandoniamo infatti la mistica dello Stato al pari della sua ipostatizzazione, se in altre parole vediamo nello Stato nient’altro che persone che gestiscono la cosa pubblica con il potere (e che potere!) di decidere quanto prelevare dalle t
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