di GILBERTO ONETO
Salmodiando un mantra ossessivo, anche il 2 giugno il Presidente ha continuato a parlare di unità, in un 150° che non finisce mai, come tutti gli incubi peggiori. Il 2 giugno ricorre la celebrazione di un referendum avvenuto nello stesso giorno di 66 anni fa, quando il popolo italiano aveva scelto di pensionare la Monarchia e di vivere in una Repubblica. La gente aveva conosciuto quattro Savoia, uno peggiore dell’altro, e giustamente non ne poteva più. Quello che è venuto dopo, almeno in termini di qualità dei personaggi, non è stato molto meglio (con un paio di eccezioni, ma allora non si poteva sapere), ma almeno questi hanno una scadenza come le confezioni del supermercato o non occorre sacrificare un sant’uomo come il Bresci per liberarsene. Ma quel 2 giugno è stato tutt’altro che la celebrazione del sacro feticcio dell’unità: metà degli italiani avevano votato in un modo e metà nell’altro. Ma soprattutto la metà dal mitico Fosso del Chiaro
Comments are closed.