di GILBERTO ONETO
Non c’è scampo. Bracalini scrive la sua opinione sulla questione meridionalee lo fa con l’arguzia e la competenza che si trova in tutti i suoi lavori e subito si scatena la Santa Pelasgica Inquisizione. Immediatamente esplodono il repertorio di complessi di inferiorità-superiorità, la permalosità mediterranea e la predisposizione per la retorica e il piagnisteo che da sempre guastano il Meridione.
Credo di avere tutte le carte in regola per evitare di essere accusato di antimeridionalismo o di filosabaudismo. Ho sempre scritto e sostenuto che il Sud sia stato aggredito e occupato, depredato e umiliato e che l’unità d’Italia abbia fatto da quelle parti solo danni. Il Regno delle Due Sicilie era uno Stato autonomo che non aveva mai aggredito nessuno e si era sempre – per usare una espressione locale – “fatto i fatti suoi”: una encomiabile eccezione in un mondo manesco. Ciò nonostante è stato senza ragione attaccato in spregio a tutte le norm
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