di STEFANO MAGNI
A vederli in fotografia, in occasione del loro incontro di oggi, non potrebbero apparire più diversi. Omar Bashir, presidente del Sudan del Nord, con la sua pelle olivastra, il turbante e l’abito da religioso islamico, i baffetti da dittatore nazionalista arabo (in altre foto ufficiali, in effetti, si è soliti vederlo nella divisa kaki ereditata dall’impero britannico e tipica di molti altri leader arabi), è il riflesso di una storia che lo accomuna ai Paesi mediorientali più che al continente a cui appartiene geograficamente il suo Paese. Salva Kiir, con la sua pelle nerissima, l’abito di foggia occidentale, il cappello a tesa larga tenuto in testa anche in un interno, sembra più un possidente agrario, o un esponente di quell’improvvisata borghesia africana, formatasi nelle missioni cristiane e cresciuta a contatto con le imprese occidentali nel continente nero. Tutta un’altra storia, tutto un altro mondo.
La prima apparenza non inganna. Questi du
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