di REDAZIONE
Il mattino del 19 maggio 1944 nella prigione fascista di Aosta venne rinvenuto il corpo senza vita del notaio Emile Chanoux, impiccato all’inferriata di una finestra. Le autorità ‘repubblichine’ parlarono subito di suicidio ma il noto antifascista Bassanesi che viveva liberamente in città chiese ed ottenne un’inchiesta approfondita, conclusasi quando un noto luminare della medicina stabilì che il prigioniero s’era tolto volontariamente la vita.
Dopo la Liberazione, l’intera val d’Aosta antifascista accusò invece i poliziotti ‘repubblichini’ d’aver selvaggiamente picchiato Chanoux nel corso degli interrogatori provocandogli gravissime ferite, facendolo morire e poi inscenando la farsa dell’impiccagione per nascondere il loro crimine. Si aprirono anche diversi procedimenti penali contro i fascisti ma nel corso d’un processo svoltosi a Vercelli un testimone dichiarò a sorpresa che il notaio si sarebbe ammazzato da solo e sarebbe stato un s