di PAOLO L. BERNARDINI
Nel corso di questa mia rilettura estiva delle opere di Diego Valeri mi sono imbattuto in un suo testo, esemplare, su Ca’ Rezzonico e il Settecento veneto, pubblicato da Valeri nel 1966 a Firenze, in collaborazione con Giovanni Mariacher (1912-1994), storico dell’arte nato a Perugia ma attivo a Venezia, dove fu per un periodo direttore delle Belle Arti al Comune. Ora, tra le altre cose, del tutto casualmente, per le combinazioni mentali che ognuno ben conosce, mi sono venute in mente alcune riflessioni, che già esposi pubblicamente a suo tempo, sul Settecento veneto. Fu in occasione di un paio di eventi cui assistetti nel marzo 2010, poco più di due anni fa: la mostra a Rovigo su Bortoloni, Piazzetta e Tiepolo, a Palazzo Roverella, e a Milano, una rappresentazione al Piccolo, con uno stupefacente Soleri ottuagenario, di Arlecchino servitore di due padroni. Siamo, nel primo caso, nella prima metà del Settecento, nel secondo, mi si perdoni l’inevitabile b
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