di PAOLO L. BERNARDINI
L’Istria, questo lembo di Veneto che guarda l’altra sponda, aspra e rocciosa, del mare Adriatico, è terra singolare. Per eccellenza, luogo di confine della Mitteleuropa cristiana e imperiale con i Balcani ortodossi e islamici, terra di incontro di almeno tre culture. Quella italiana, la slava e la germanica. Senza contare quelle culture altre, “barbare”, che in secoli di invasioni e conquiste, o anche solo di selvaggi passaggi di orde unne, magiare, orientali, hanno lasciato il loro segno, ancora più o meno avvertito. Come ogni terra aperta a influssi dal mare e dalla pianura, a culture e lingue differenti, l’Istria, come la stessa Dalmazia, giù almeno fino a Ragusa, ha dato origine, nella cultura popolare, a una serie di fiabe, leggende, narrazioni, soprattutto orali, che Giacomo Scotti ha antologizzato in un prezioso volume edito dall’elegante e defilata Santi Quaranta, editrice trevigiana che ha il merito, tra l’altro, di far conoscere un