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Cene elettorali al risparmio: basta ostriche, si va di pasta e fagioli e pizza

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di GIORGIO CALABRESI La crisi morde ancora e le casse dei partiti non sono piu' piene come una volta. A farne le spese, uno dei pilastri, da sempre, della campagna elettorale di ogni colore politico: la cena elettorale. Si sa: a stomaco pieno si ascoltano piu' volentieri le promesse dei candidati, ma in questi tempi di difficolta' economiche ci si deve adattare a menu' piu' casarecci, con meno pretese rispetto ai lauti pasti da prima Repubblica. Di nouvelle cuisine neanche l'ombra nei piatti. Le cene elettorali da mille euro a coperto sono ormai solo un pallido ricordo. Oggi si vira su pasta e fagioli e pizza, con un conto ben piu' ridotto, compreso tra i 20 e i 30 euro a persona, al massimo. E proprio sulla pizza (e birra) ha puntato per esempio il leader di Sel Nichi Vendola nelle scorse settimane in occasione della sua tappa napoletana. Del resto, una pizza, se non a Napoli, dove? Inutile dire che la cena e' stata un successo a buon prezzo. Per i sostenitori bolognesi del Pd, inv
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