di GILBERTO ONETO
Inizia il tormentone dell’elezione del Presidente della Repubblica italiana, con tutto il solito contorno di tifoserie e di pronostici, come se fosse il Festival di San Remo. E un po’ lo è.
È una kermesse che dovrebbe riguardare solo gli italiani e non i padani perché si tratta della scelta del capo degli italiani e non dei padani, se non nel senso del capo degli oppressori dei padani. Dalla vicenda i padani dovrebbero restarsene fuori: i galeotti non scelgono il direttore del carcere in cui sono imprigionati, non dovrebbero tifare per l’uno o per l’altro. Possono tutt’al più – se proprio non hanno altre speranze – sperare che passi il meno peggio.
Per questo non si capisce come i delegati eletti dai padani possano partecipare all’elezione. Ancora più incomprensibile – e anche molto fastidioso e un po’ ignobile – risulta a questo proposito la partecipazione dei parlamentari della Lega Nord, un partito che si fa votare su un programm
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