di SALVATORE ANTONACI
Un uomo nuovo si è affacciato sull'affollata ribalta della politica indiana. La sua promessa in vista delle oramai prossime elezioni federali suona quasi a mo’ di minaccia per avversari e detrattori e si può sintetizzare in una parola forse un poco abusata negli ultimi anni: cambiamento. Cambiamento, innanzitutto, della prassi amministrativa che ha trasformato la più grande democrazia mondiale in uno degli stati più corrotti al mondo, degno perfino di rivaleggiare con la sibaritica ed insaziabile cricca partitico - affaristica italiana.
Questo l’immane compito che Arwind Kejriwal, leader del neo costituito Aam Adni Party (Partito dell’uomo comune) tenterà se non di portare a termine perlomeno di intraprendere nei prossimi anni una volta assurto agli onori ed agli oneri delle massime cariche istituzionali. Per ora si dovrà accontentare, si fa per dire, di governare una metropoli di venti milioni di anime come New Delhi, capitale federale e
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