di FRANCESCO MONTANINO*
C’era una grande attesa sul Congresso Federale della Lega Nord che si è tenuto a Padova. Ma come, del resto, ci aspettavamo la montagna ha partorito il classico topolino. Al di là di apprezzabili e condivisibili idee come quella di introdurre un’aliquota unica al 20% per tutti (con l’annessa minaccia di uno sciopero fiscale di un giorno, nel caso in cui, le proposte del Carroccio rimanessero lettera morta), registriamo la conferma della posizione politica abbastanza ambigua della Lega 2.0, assunta alle recenti elezioni europee.
La novità vera è che la Lega Nord vuole diventare un partito nazionale, e nel contempo dichiara però di voler continuare a mantenere la propria impronta indipendentista ed autonomista, che ancora agita la sua base.
Due piedi in una sola scarpa, per intenderci, non ci sono mai andati. E Salvini, finito il tempo degli slogan, deve dirci cosa vuole davvero fare.
Anche se un’idea ce la siamo fatta, a giudicare dalla n
Un bel giorno l’Unto lo ha chiamato e gli ha detto: “Matteo, da oggi il tuo partito è Alleanza Nazionale in Borghese. Io ti comando di riportare alla Casa del Padre tutte le fasciopecorelle smarrite. L’indipendentismo? Bah, se ti riesce di abbindolare ancora i tuoi polli, tanto meglio!”