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Anche per ken follett l’italia non esiste

Da leggere

di ALBERTO VENEZIANO “La caduta dei giganti”, un mattone di Ken Follett, è niente di trascendentale ma sicuramente utile. Un classico romanzone a sfondo storico nel quale si rincorrono le vicende di un certo numero di protagonisti: inglesi, tedeschi, americani, russi, francesi, austriaci variamente coinvolti nella prima guerra mondiale, la vera protagonista del libro. Le vicende si snodano fra il 1911 e il 1923, un periodo cruciale per la storia europea che ha determinato lo svolgersi degli anni successivi. Il racconto alterna la cronaca degli eventi storici alle vicende personali di personaggi inventati  e realmente esistiti. Il tentativo di spiegare gli sconvolgimenti sociali che hanno stravolto il mondo è piuttosto velleitario ma tutto sommato accettabile. C’è però qualcosa che non quadra, dov’è l’italia? Leggendo il libro si ha l’impressione che non esista. Vengono descritte le concatenazioni di eventi che portarono all’entrata in guerra dei vari paesi, un
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3 COMMENTS

    • Egr. sig. Veneziano, mi sorprende che una persona nata in riva alla Piave, come Lei scrive, si consideri italiano e parli della mancata citazione del regno italico come un qualcosa di offensivo. Per me offensiva è l’annessione della mia Patria, la Venezia, in modo fraudolento, per me è offensivo il successivo impoverimento ad essa dovuto, causa di morti ed emigrazioni di massa. E oltremodo offensivo è stato trascinare in una guerra bieca ed esclusivamente espansionistica ciò che rimaneva di un popolo colonizzato e oppresso.
      Oltretutto Lei scrive: “non credo che in giro per il mondo si disprezzino gli italiani”. Si vede che il mondo lo ha girato molto poco. Dovunque sia stato finora, con l’unica eccezione del Giappone, per ovvi motivi esclusivamente formali, alla vista del mio passaporto italiano, il più costoso del mondo, valido ovunque fuorché in italia, tutti mi trattavano con sufficienza, ironia o malcelato fastidio. Finché non l’ho mimetizzato con una custodia nera, sulla quale ho applicato un adesivo del mio gonfalone patrio. Le garantisco che le cose sono cambiate radicalmente. Le dirò di più: al disprezzo del mondo per gli italiani, aggiungo anche il mio, almeno finché gli italiani se ne andranno dalla mia Patria. Poi vedremo.

      • Io non mi considero italiano, fra l’altro, da come lei ha interpretato quello che ho scritto, evidentemente non so nemmeno esprimermi abbastanza bene in italiano. Secondo me è offensivo ignorare la morte di 600 mila persone mandate a morire per niente, tutto lì. Ho anche scritto che secondo me Follet ha steso un velo pietoso su un paese da burletta e che io non lo biasimo. Cosa devo scrivere? WSM, spero che questo le vada bene.

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