di PIERGIORGIO MOLINARI
“Anch'io ho commesso un errore”, diceva l'ispettore Rock nella pubblicità della Brillantina Linetti.
Quando quattro anni fa misero in scena il Covid mi sentii superiore, perché a differenza della massa compresi ben presto che era una tragica farsa e che loro, gli altri, erano una manica di imbecilli o di complici (talvolta entrambe le cose). Sciocco presuntuoso: adesso anch'io devo ammettere di aver commesso un errore.
Educato ai classici e ai più nobili valori, miscelati a robuste dosi di umanesimo e di eroici furori, per buona parte della mia esistenza ho creduto che una delle differenze fondamentali della nostra civiltà rispetto alle altre fosse il valore attribuito alla vita. Nonostante due guerre mondiali, il nazismo, e innumerevoli pozze di sangue sparse qua e là per la storia e il mappamondo, credevo davvero che la sacralità della vita, intesa come un bene primario individuale al pari della libertà, fosse una concezione radicata nella