di REDAZIONE
La notizia era esplosa il 14 luglio scorso: due donne erano state la causa dell'iscrizione di Roberto Maroni nel registro degli indagati. Le due signore, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, che non erano state inserite nello staff del presidente per timore che la Corte dei conti potesse fare dei controlli e contestare le assunzioni, avevano ottenuto due contratti, uno da Eupolis e l’altro da Expo 2015. Il governatore lombardo, tramite il capo della sua segreteria Giacomo Ciriello, avrebbe esercitato pressioni affinché i due contratti andassero a buon fine: questa l’ipotesi della Procura di Busto Arsizio che allora inviò i carabinieri del nucleo Tutela Ambiente nelle sedi della Regione Lombardia a Milano e Roma. Oggi il sostituto procuratore Eugenio Fusco ha verbalizzato le testimonianze di due funzionari di Expo e del Direttore del personale della Regione Lombardia, e per Maroni gli inquirenti configurerebbero i reati di "induzione indebita per contratto