di CLAUDIO PREVOSTI
Rev. Lorenzo Banfi, negli scorsi giorni Lei ha espresso pubblicamente il sostegno del movimento Domà Nunch alla causa dell'indipendenza veneta, che è recentemente giunta a una richiesta di referendum. Perché ha ritenuto importante questo avvenimento e quali prospettive apre?
Devo precisare, per chi ancora non lo sapesse, che Domà Nunch non è un movimento autonomista o indipendentista, ma econazionale, per cui non considera automatica la solidarietà nei confronti di qualsiasi movimento indipendentista. Se lo stato italiano non si fosse rivelato fin da subito il distruttore dei popoli italiani, grandi perché autonomi l’uno dall’altro, noi non avremmo nessun problema nel farne parte. Ma le cose non stanno così e ora siamo alla resa dei conti.
Il Veneto sarà solo il primo pezzo a staccarsi, innescando un meccanismo inarrestabile di disgregazione del sistema italiano che porterà, inevitabilmente, a ripensare in tempi molto brevi i temi della coesiste
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