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Bce e banca mondiale: abolire le banconote e imporre interessi negativi

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contante4di GERARDO COCO

Mario Draghi, nei giorni scorsi ha fatto due affermazioni. La prima, che il sistema bancario è sano e flessibile. Che poteva dire di diverso il capo della banca centrale europea? Si è attenuto al principio politico enunciato dal presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker durante la crisi greca del 2011: «Quando le cose si fanno serie bisogna mentire». Lo stesso fecero il suo ex collega Ben Bernanke e l’ex segretario del tesoro americano, Hank Paulson: mentre dietro le quinte si preparava il collasso de mutui, entrambi affermarono che tutto era sotto controllo. Banchieri, ministri delle finanze e segretari del tesoro, non ammetteranno mai la gravità di una crisi che è sfuggita loro di mano. Se Draghi non avesse aggiunto che la BCE «non esiterà ad agire» (un’altra variante del whatever it takes che sconfessa la solidità bancaria) avrebbe fatto accelerare la svendita dei titoli bancari e spinto i risparmiatori a ritirare il denaro dalle banche i cui bilanci sono tenuti in vita solo dalla sua terapia intensiva di morfina monetaria.

La seconda affermazione è sulle banconote da 500 euro: «Nessuno, ha detto, vuole ridurre la massa del circolante, ma c’è la convinzione sempre maggiore che le banconote da 500 euro siano usate dalle organizzazioni criminali e terroristiche». Dunque aspettiamocene l’eliminazione. Crediamo che Draghi non sia così sciocco da credere che è con questi mezzucci che si colpisce la criminalità organizzata come si avesse a che fare con dei ragazzi che si devono procurare la droga. Organizzazioni criminali e terroristiche come, il cartello della droga, Al Qaeda nel passato, e oggi l’ISIS  se ne infischiano del taglio delle banconote perché sono diventate talmente potenti da avere ormai una loro infrastruttura finanziaria che controlla e muove fondi da una giurisdizione a un’altra con tecniche sofisticate gestendo le proprie finanze con l’aiuto di servizi professionali, di banche, di avvocati internazionali che conoscono la realtà finanziaria meglio dei banchieri centrali che se stanno chiusi nelle loro torri d’avorio.

Successivamente alle dichiarazioni di Draghi, è intervenuto con un articolo sul Washington Post (It’s time to kill the $100 bill, Feb.16) Lawrence H. Summers, Chief Economist della Banca Mondiale, auspicando l’eliminazione delle banconote da 100 dollari per fermare crimine e corruzione. Anzi, scrive: «un accordo globale per porre fine all’emissione di banconote di valore superiore a 50 o 100 dollari renderebbe il mondo un luogo migliore». Non sa questo signore che sono state anche le élite corrotte dei governi del G20 a finanziare il terrorismo? E che è lo stesso sistema finanziario internazionale ad aver provocato l’instabilità della sicurezza internazionale? Si è chiesto, poi, quali sarebbero le conseguenze, per la moneta mondiale di riserva, di una arbitraria sottrazione dalla circolazione delle banconote in dollari?

The European Central Bank's new chief MaOra, che nel mezzo di uno stato agonico dell’economia mondiale due dirigenti di così alto vertice si preoccupino per la circolazione di banconote di grosso taglio, come se questo fosse il problema principale, sarebbe surreale se non avessero un altro fine. E quest’altro fine è l’imposizione generalizzata dei tassi di interesse negativi: un’aberrazione economica senza eguali che porterebbe al definitivo collasso del sistema finanziario e a quello della distribuzione commerciale. Non sono stati sufficienti sette anni di interesse a zero per capire che non funzionavano? E ora dovrebbero stimolare le economie quelli sottozero? Ma si può essere più stupidi?

Il denaro ha un valore temporale. Significa che un euro attuale vale di più di un euro futuro. Nessuno accetterebbe di dare 100 euro e vedersi restituire dopo un anno, ad es. 0.95. Sebbene l’interesse sia espresso in termini monetari, essenzialmente è un fenomeno reale ed esprime il rapporto tra beni presenti e beni futuri. Non si vuole il denaro per se stesso, ma in ultima analisi, per ottenere più beni e chi riceve 0.95 euro fra un anno in cambio di 100 euro prestati oggi, ne acquisterà di meno. Pertanto, per evitare la perdita certa del prestito spenderebbe subito il denaro. Ma è proprio questo che i Draghi e i Summers vogliono: penalizzare i consumatori/ risparmiatori forzandoli a spendere. Ciò si basa sulla stupida idea che la collettività economica si arricchisca, cioè aumenti il suo reddito, spendendo di più a costo di sacrificare il proprio futuro. Si è mai visto forse un nucleo familiare prosperare spendendo di più? Come mai con un mondo indebitatosi tre volte oltre quello che produce non si è raggiunta la prosperità ma è arrivata l’austerità?

Poiché tutte le persone razionali a fronte di una tassa sul denaro lo ritirerebbero dalle banche mettendole ancora di più in difficoltà, per rendere efficace la manovra dei tassi sottozero è necessario mettere fuori legge il denaro contante legittimando solo quello digitale ed è in questa prospettiva che vanno interpretate le dichiarazioni di Draghi e Summers sulle banconote: vogliono decretare l’eutanasia del denaro per imporre i tassi negativi. Il terrorismo è un pretesto per realizzare il loro sogno economico: il controllo totale delle risorse dei cittadini e la loro spoliazione in rete e in tempo reale. L’eutanasia del contante, mentre non eliminerebbe la criminalità organizzata, renderebbe legittima quella dei banchieri e dei governi. Le pecore che prima venivano tosate ora dovrebbero essere macellate. La realtà che si profila è inquietante.

Persino il Financial Times si è deciso a scrivere: «Quali sono i limiti al potere delle banche centrali ? Questa è senza dubbio è la domanda più importante nella finanza globale» (Central banks face credibility test, John Plender, Feb.16, 2016) L’articolo prosegue denunciando le disastrose performance delle banche centrali che ne hanno intaccato la credibilità. Peccato non leggere qualcosa di simile sulle principali testate italiane.

ELOGIOPurtroppo il disagio economico rende la gente estremamente disponibile nei riguardi di qualunque potere autoritario che sia in grado di rappresentare una speranza di salvezza convincendola che nei momenti di grave emergenza siano proprio gli stessi autori del disagio a trovare una soluzione. Ma, come sempre, dimentica che l’emergenza è favorevole alle iniziative tiranniche che, appunto, cominciano con la promulgazione di leggi marziali finanziarie. Come si fa a pensare di vivere ancora in regimi democratici dopo aver eliminato la «libertà coniata», come Dostoevskij ha definito il denaro, allo scopo di introdurre un tasso di interesse contro natura per impedire alle persone di provvedere al loro futuro? Ma ci si rende conto di quello che sta succedendo? Sono regimi democratici quelli che permettono a un gruppetto di persone che nessuno ha eletto, che non rispondono a nessuno dei loro errori e che non hanno alcuna legittimazione se non la forza del monopolio di emissione monetaria, di esercitare questo potere assoluto? La cosiddetta indipendenza delle banche centrali va interpretata in questo modo o dovrebbe essere limitata dalla legge? Non spetterebbe ai Parlamenti cominciare a promulgare almeno quelle per impedire la liquidazione delle più importanti categorie economiche, denaro e interesse appunto, attraverso cui si manifesta tutta la vita economica e che sono state alla base della civiltà? Ma ormai, completamente svirilizzati, diventati succubi di un potere bancario che ha perso ogni senso del limite, i parlamenti, perduta la dignità, si faranno complici di queste azioni immonde, a cui ne seguiranno altre, lasciando che i regimi da loro retti diventino l’equivalente finanziario del regime hitleriano. L’azione delle banche centrali combinata con l’inettitudine dei parlamenti, governi, del silenzio degli economisti e quello della stampa è assai pericolosa. Dalla storia abbiamo appreso che quando il dirigismo si trasforma in massimo controllo e centralizzazione per limitare la libertà dei cittadini, non va mai a finire bene.

PER APPROFONDIRE, LEGGI ELOGIO DEL CONTANTE, di Leonardo Facco

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2 COMMENTS

  1. Oltre quello indicato nell’articolo, occorre in più sottolineare il fatto che la moneta elettronica, ha un costo per il cittadino.
    Ovvero, ammesso e non concesso che una tale situazione possa essere accettata, occorre segnalare che ogni qual volta uno utilizzi la carta questa avrà un costo.
    Piccola nota che i banchieri non potrebbero certamente far passare sotto silenzio.

  2. Occorre vedere se tutto il mondo è d’accordo nell’abolire il contante.
    Perché se così non fosse, cosa impedisce a chi possiede capitali liquidi di spostarli in posti dove il contante rimane?
    Occorrerebbe bloccare la fuga dei soldi in paesi extra UE che mantengono l’uso del contante , con una limitazione alla circolazione del denaro, anche se solo elettronico.
    A questo punto, ritengo che mazze, spranghe, bastoni circolerebbero liberamente in prossimità ed all’interno dei centri di potere responsabili di questo abominio.
    E la fuga dei capitali non sarebbe fermata di certo.
    Torniamo agli spalloni informatici.

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