di GIUSEPPE ROSSETTO
“L'ho sempre detto, io sono entrato in Rai per una vicinanza politica. La Lega la abbracciai proprio perché era un movimento antipolitico, ma non ho mai preso la tessera.” Ecco un estratto dell’intervsita di Luigi Paragone al Corriere della Sera di lunedì scorso. C’è da restare esterrefatti leggendo le risposte impuni di uno che si sente un incrocio tra David Letterman e Paul Shaffer, che nelle sue trasmissioni chiede ai politici dimissioni varie ecc. ecc. e non si pone minimamente il problema di darle lui. Lui che come tanti altri guitti catodici percepisce non solo un ricco stipendio pubblico, ma ottiene anche un altro bene prezioso: visibilità pubblica. Senza peraltro essere stato eletto, ma nominato. Come Monti.
Da queste colonne mi rivolgo sempre a Maroni: cosa fa il segretario della Lega per tutelare la voce televisiva, quella del nord, quella nostra, che sì è sempre stata debole grazie a scelte scellerate e nomine inutili, ma che adess
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