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Bossi e l’unita’ del partito lego-comunista cinese

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di TONTOLO Ieri, Umberto Bossi ha detto: "Il partito deve restare unito." Con queste parole, Umberto Bossi ha motivato la sua rinuncia a ricandidarsi alla guida della Lega. Al congresso federale che si terrà a fine giugno pare quindi che ci sarà un solo candidato alla carica di segretario del partito, ossia Roberto Maroni. Bossi farebbe il presidente. In buona sostanza, il congresso della Lega non sarà troppo diverso da quelli del partito comunista cinese, se non per il numero dei partecipanti e per i tratti somatici dei medesimi. Essendoci un candidato unico, mi chiedo cosa si riuniscano a fare. Liberi di farlo, ovviamente. Ma è davvero curioso che chi si riempie la bocca di federalismo mantenga una granitica forma di quello che i comunisti definivano “centralismo democratico”, ossia comanda uno (o pochi) e gli altri annuiscono e obbediscono. L'unica consolazione per i leghisti potrebbe essere che con Maroni riusciranno a capire cosa dice senza dover attendere che
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