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Bre.be.mi. ci scrive: nessun disastro economico, andiamo benissimo

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Spett.le Miglioverde, Egregio Direttore, con riferimento all’articolo “Stato e privato, il matrimonio che ha partorito il fallimento Bre.Be.Mi.” (VEDI QUI) sono a richiederLe cortesemente di voler provvedere alla pubblicazione della seguente dichiarazione ai sensi della L. 416/1981. L’affermazione “Il disastro economico della Brebemi, l’opera pubblica finanziata dai privati che nessuno usa, rivela la grandissima ipocrisia della formula mista, lo Stato che dà i permessi e la concessione di sfruttamento, e i privati che investono”, non tiene evidentemente conto del fatto che l’autostrada Brebemi A35 è stata annoverata con delibera CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001 tra le infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale, e successivamente realizzata con il sistema della finanza di progetto previo esperimento di apposita procedura a evidenza pubblica per l’affidamento della concessione. Lungi dal poter essere considerata
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5 COMMENTS

  1. per me non è neppure utile, con una spesa infinitamente inferiore si faceva la 4 corsia tra brescia e bergamo, che avrebbe risolto ogni problema così come li ha risolti nel tratto bergamo – barriera. Inoltre tra le tante storie raccontate nessuno ricorda che la brebemi porta (forse) solo a milano attraversando un territorio poco popolato, a parte Treviglio che ha 50 mila abitanti c’è poco o nulla, mentre la A4 non solo conduce a Milano, ma conduce in quel punto preciso di Milano che consente di proseguire per torino, il piemonte e la francia, che consente di deviare verso Como, Varese, i laghi e di conseguenza la Svizzera. Inoltre sul tracciato della A4 ci sono tanti e tali nuclei urbani che la brebemi se li sogna, basti citare solo Monza che è il terzo nucleo urbano della Lombardia ed è 2 volte e mezza treviglio o bergamo, ma anche Dalmine e Trezzo. Il problema vero è che manca il mercato locale e il percorso è solo un collegamento brescia – milano.

    con i soldi risparmiati si poteva anche sistemare la viabilità locale sulla linea brescia – treviglio – milano offrendo ai residenti di queste zone la possibilità di muoversi più velocemente senza che fosse necessario farli viaggiare fino a 200 orari (scusa leo per il tuo piccolo sogno).

    poi dovremmo iniziare a conteggiare nel novero dei costi benefici, anche i danni ambientali, la bassa bergamasca è stat letterlamente stravolta, sia le aree agricole, sia il paesaggio, sia la rete dei consorzi di bonifica. avete visto la quantità di opere complementari che sono state realizzate, svincoli, bretelle, sotto passi, ecc? è ancora la priorità far viaggiare una persona a 130 invece che a 90 e stravolgere il territorio? fossimo in mezzo al deserto del texas non mi porrei questi problemi, ma visto che in lombardia non c’è più spazio per muoversi. queste questioni è necessario porsele.

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