di REDAZIONE
Dopo mesi di tira e molla, polemiche e colpi di scena, la Brexit taglia il traguardo. Con 621 sì, 49 no e 13 astenuti, nella giornata di ieri, è arrivato il semaforo verde del Parlamento europeo all’accordo di divorzio del Regno Unito dall’UE.
31 GENNAIO 2020, IL GIORNO DELL’ADDIO – Oggi, giovedì 30 gennaio, sarà la volta della procedura scritta da parte del Consiglio Europeo che anticipa di 24 ore il giorno dell’addio del Regno Unito all’UE che avverrà formalmente domani, 31 gennaio, una data destinata a restare storica.
IL CANTO DELL’ADDIO TRA LACRIME E ABBRACCI – Subito dopo l’approvazione, momenti carichi di emozione al Parlamento europeo. Tutti gli eurodeputati si sono alzati in piedi e tenendosi la mano hanno cantato una canzone tradizionale scozzese “Auld Lang Syne” – conosciuta in Italia come il “Valzer delle candele”e in Francia con il titolo “Ce n’est qùun au revoir” (Non è che un arriv
Se le regole del trattato UE avessero meglio disciplinato l’ipotesi di uscita di uno Stato membro, brexit non avrebbe offerto il desolante spettacolo di minacce, arroganza, cavilli e ripicche che invece ci siamo dovuti sobbarcare: dovrebbe essere di monito a quegli Stati che sconsideratamente volessero salire sul “carrozzone” UE. Invidio gli Inglesi: prevedo che, a fronte di inconvenienti a breve termine, a medio e lungo termine da brexit trarranno solo vantaggi. Una “nuova Thatcher” non potrebbe mai spuntar fuori nel disgraziato superstato UE.
Ghe credo che inpiansea…basta stipendi par far niente…
esatto… quelli che piangono di più son gli scozzesi che, in perfetto stile da luogo comune, ritorneranno a fare i “pidocchi” a casa loro.
Ma la contropartita di diventare una “nuova Svizzera” forse li risarcirà del distacco, tra non molto.