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Partiti come zio paperone ma non ci pensano a cambiare

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di GIANCARLO PAGLIARINI* Nell’aprile del 1993 si era svolto un referendum promosso dai radicali con otto quesiti, uno dei quali proponeva l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti politici. Ad esso aveva partecipato il 77% degli aventi diritto e il 90,3% aveva detto chiaramente di voler abrogare il finanziamento pubblico. Ma i signori di Roma non si erano persi d’animo e avevano detto: “Non volete più darci dei quattrini per finanziare le nostre attività? Va bene, come volete, però almeno rimborsateci le spese che dobbiamo sostenere quando ci sono le elezioni”. E così è stata approvata, subito dopo il referendum, una legge che concedeva ai partiti politici un “contributo per le spese elettorali”. Quella legge era stata immediatamente applicata in occasione delle elezioni del 27 e 28 marzo 1994. Nella circostanza l’erogazione era stata di 47 milioni di euro. Pochi anni dopo i “rimborsi” per le elezioni politiche del 2001, del 2006 e del 2008 era
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