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Catari di padania e catari di occitania

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di SERGIO SALVI Dal X al XIII secolo, la Padania è stata davvero un terreno fertile per le “eresie”: o almeno per quelle fedi e quei movimenti religiosi che la Chiesa ufficiale considerava eretici. Basta fare in proposito un po’ di nomi: Patarini, Apostolici, Umiliati, Valdesi, Arnaldiani, Speroniani, Dolciniani, Poveri lombardi. Generalmente si trattava di focolai di rivolta contro un clero che si dedicava alacremente alla simonia (e il cui appetito erotico appariva diviso tra un numero considerevole di mogli e di concubine): una vera e propria rivolta nel nome del Vangelo e della morale cristiana. Tra tutti i gruppi eretici, la presenza più organizzata e forse anche più originale fu quella dei Catari. I Catari professavano una fede di tipo gnostico nella quale grande risalto era dato alla compresenza nel mondo di due opposti principi, quello del Bene e quello del Male: una fede a proposito della quale si parla di dualismo e perfino di manicheismo. La confessione cat
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