di MARIETTO CERNEAZ
Nel panorama della filosofia politica del XX secolo, pochi personaggi letterari hanno assunto un’aura tanto iconica quanto John Galt, il misterioso protagonista di Atlas Shrugged (La rivolta di Atlante, in italiano), capolavoro della scrittrice e filosofa russo-americana Ayn Rand. Pubblicato nel 1957, il romanzo è al tempo stesso un thriller politico, un manifesto ideologico e un’epopea del libero individuo in lotta contro l’oppressione collettivista.
Per buona parte del libro, il nome di John Galt viene pronunciato come una battuta retorica: “Chi è John Galt?” diventa sinonimo di impotenza, di mistero, di rinuncia alla comprensione del mondo. Solo nella parte finale del romanzo si scopre che Galt è una persona reale, un ingegnere brillante che ha deciso di ritirarsi da una società che sfrutta il talento degli individui produttivi per sostenere un sistema statalista, parassitario e moralmente corrotto. Ed è proprio in quel momento che Galt prende la
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