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Chi vuole abolire il contante è nemico dei meno abbienti

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contante4di LEONARDO FACCO

L’altro ieri, su queste pagine mi hanno tirato per la giacchetta, obbligandomi a dire la mia, in merito alle affermazioni contro l’uso del contante dell’ultimo dei parassiti che il governo italiano ha scelto per presidiare il ministero dell’Economia italiano, Carlo Padoan. Che ha detto costui? Ecco qua: “Il costo della gestione del contante è pari in Italia allo 0,5% del Pil, ovvero a 8 miliardi l’anno. L’abbassamento della soglia per l’uso del contante, se rafforzato da interventi paralleli, può produrre prevedibili effetti positivi sui consumi”.

La dichiarazione è in sé a tal punto demenziale, che non serve tirarla in lungo per respingerla al mittente ed apostrofarla come idiozia allo stato puro. Guglielmo Piombini, sempre sul MiglioVerde, ha avuto modo di scrivere come la sparizione del contante sia stato un pallino anche per Stalin, con le drammatiche conseguenze che abbiamo conosciuto. Ma è sufficiente appellarsi alla prassi per aver conferma che ogni restrizione della libertà di scambio porta a fughe di capitali, minori investimenti, minore spesa, meno posti di lavoro, più scarsità e impoverimento generalizzato. Volete un altro caso fresco, fresco? Il Venezuela di Chavez prima e Maduro oggi, col suo famigerato “control de cambio”. 

Benché la guerra al “cash” – penso di averlo scritto sino alla nausea – sia non solo una scelta illogica, illiberale e improduttiva, continua ad essere un mantra degli statalisti orwelliani. Lo stesso Renzi, con la balla assoluta della semplificazione, vuole dire addio agli scontrini fiscali solo per avere una assoluta e perfetta tracciabilità elettronica del nostro denaro. Un esempio di come legiferano? Eccolo: “Al fine di assicurare la tracciabilità dei flussi finanziari, la Legge n. 164 del 11.11.2014 ha determinato che tutti i soggetti della filiera dei trasporti devono provvedere al pagamento del corrispettivo, per le prestazioni rese in adempimento di un contratto di trasporto di merci su strada, utilizzando strumenti elettronici di pagamento, ovvero il canale bancario, attraverso assegni, bonifici bancari o postali, indipendentemente dall’importo dovuto e anche se non superiore ad € 999,99 (attuale limite per il pagamento in contanti)”. E la legge sull’obbligatorietà del POS, entrata in vigore a fine giugno, vi dice nulla?

Questa distopia fondata sulla carta di credito imposta, vedasi quanto accaduto con il trattato sottoscritto a Berlino meno di un mese fa, è la direzione che – ahinoi – hanno imboccato anche altri governi in giro per il mondo, convinti che quando il pianeta sarà un inferno fiscale globale l’evasione verrebbe debellata. Le canaglie che si arrogano il diritto di decidere della vita di ciascuno di noi, unitamente ai loro scherani che infestano la carta stampata e i media in generale, sono quasi riusciti a far passare il concetto che “il denaro contante è lo sterco del demonio”.

Queste emerite cazzate le raccontano anche ai nostri figli nelle scuole dell’obbligo. Oppure, come accadde in Norvegia una decina di anni fa, a Stavanger, con la scusa di una mega-rapina in banca (in cui vennero prelevate oltre 57 milioni di corone) approfittarono per chiedere la sparizione delle banconote. Jorunn Berland, la dirigente del sindacato del settore finanziario fece al Congresso questa domanda: “Il denaro contante è ancora adeguato oppure un residuo di altri tempi, buono solo per attirare i rapinatori”? Insomma, la burocrate fece capire che per la Norvegia sarebbe stato un bene abolire banconote e monete. I banchieri italiani (quelli dell’ABI) – notoriamente complici dello Stato e spesso assimilabili ai criminali abituali – nel 2011 proposero di adottare una tassa di 3 euro per chi avesse prelevato allo sportello dei liquidi; secondo loro sarebbe stata una efficace “contro-misura per contribuire alla riduzione dei contanti”.

Potrei continuare a lungo con gli esempi ed i tentativi di lobby e governanti, in malafede ed occhiuti, di spogliarci di ogni bene attraverso l’uso del pagamento plastificato. Qualcuno di voi, a questo punto, potrebbe chiedermi: ok, ma che possiamo fare? Dovete difendervi e ribellarvi a prescindere, quindi:

1- Continuate a lavorare, pagare e comprare in nero;

2- Tenete parte dei vostri risparmi in oro, argento e Bitcoin (cripto-moneta, tecnologica e privata, che sfugge ad ogni controllo pubblico);

3- Convincete i vostri vicini di casa a non farsi abbindolare da una Gabanelli qualsiasi.

Rincaro la dose: ognuno di questi tre comportamenti è legittimo, anche se per gentaglia come Padoan è considerato illegale!

Non vi tedio oltre, ma ci tengo a rilanciare le parole di Marshall Mc Luhan, che sosteneva che “i soldi sono la carta di credito di un uomo povero”. Chi vuole abolire il contante è nemico dei meno abbienti! Ergo… CONTANTE LIBERO!

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