di MATTEO CORSINI
"Quindi le lotterie tendono a funzionare come una tassa sui poveri. Potrebbe allora essere etico limitare la partecipazione alle lotterie solo alle persone sufficientemente istruite per comprendere la perdita alla quale vanno incontro, e ricche a sufficienza per sopportarle… In alternativa, potremmo porre un tetto all'ammontare dei biglietti che possono essere comprati dai poveri. Ovviamente ciò genererebbe minori entrate per i governi, per cui non scommetterei che avvenga". Commentando la partecipazione di una moltitudine di persone al Powerball (il cui montepremi da 1,6 miliardi di dollari è stato recentemente vinto da tre persone, le quali lasceranno almeno la metà della vincita in imposte federali, statali e comunali), Noah Smith ha proposto alcune restrizioni.
Una delle tendenze tipiche dei sinistrorsi che nel mondo anglosassone si definiscono liberal è quella a invocare dosi massicce di paternalismo da parte dello Stato, che dovrebbe imporre certe
Se il problema fossero solo i biglietti della lotteria…..in ogni caso in Italia sono una fregatura, visto che regolarmente per decenni i premi maggiori finivano da Roma in giu, un padano che li comperava era più che un allocco, era un masochista. Ma la cosa si estende a tutti giochi a premi, in Svizzera l’estrazione del lotto avviene in diretta alla televisione e tutti possono controllare, qui le estrazioni avvengono in modo oscuro con sistemi informatici che sicuramente badano a far estrarre i numeri che assicurano il minimo di vincite (per gli allocchi) e il massimo di incassi per lo Stato. Ma ci sono le slot machines, i casinò (in Valdaosta i residenti non possono entrarvi), in cui l’unico a vincere sempre è il banco.
Il problema è che questo è un paese in cui Wanna Marchi per anni è andata avanti a fare soldi con i rametti del rampicante dell’ufficio e il sale che non si scioglieva. Quando venne alla luce la storia un giornalista chiese “ma questi (le vittime della truffa) votano?” Ecco questo è il problema, purtroppo il voto è esteso anche a persone che vuoi per ignoranza vuoi per capacità intellettuali sono soggetti alle truffe, questo spiega i padani che per vent’anni hanno votato il nano di Arcore con tutte le sue promesse da fiera di paese invece che votare la Lega in piena espansione e pieno secessionismo (indipendentismo è più corretto) o i padani che oggi votano la imitazione del nano, fatta dall’imbonitore di Rignano sull’Arno, stesso copione, stessi padani che si fanno truffare.
Questo getta una certa ombra sulla democrazia, infatti i rappresentanti dell’Unione Sovietica Europea, detta anche Unione Europea si guardano bene dal far votare i padani su temi fondamentali come l’ingresso in Europa o l’adozione dell’Euro come invece avviene altrove. In seguito ci hanno rifilato tre dicesi tre governi di fila non votati e non eletti.
In queste condizioni ha senso chiedere di votare per l’indipendenza, specialmente senza un anagrafe padana e quindi permettendo il voto anche a chi padano non è, come i coloni e gli immigrati padani? Mi pare evidente che non sia possibile, specie con tutti i giornali e le televisioni al servizio dell’occupante italiano.
Prima l’indipendenza, poi l’adozione della Costituzione Svizzera ed infine e solo dopo questi passi il voto, per l’elezione al parlamento padano, voto a cui parteciperanno solo i padani per ius sanguinis.
In ultimo una bella norma che impedisca il voto agli allocchi conclamati come chi si fa truffare (anche dalle banche) non guasterebbe, il voto è un diritto ma i diritti si devono guadagnare e conservare….