di LEONARDO FACCO
Sul caso Cancellieri, sposo in toto quanto scritto ieri da Gianluca Marchi. Eppure, nel putridume italico dell'ignobile faccenda che s'è consumata alla Camera, c'è qualcosa in più che andrebbe stigmatizzato. Partiamo dal signor Pippo (meglio sarebbe definirlo pippa!) Civati, che ha mugugnato contro i suoi compagni piddini costretti a votare la fiducia alla guardasigilli, ma poi ha annunciato che avrebbe votato «no alla sfiducia alla ministra per disciplina di partito».
E vengo al nocciolo della questione: la disciplina di partito! Che vuol dire? Significa che di fronte ad una palese ingiustizia, se il tuo "ras" dice che devi votare il contrario di quel che impone il tuo buon senso e la tua morale tu esegui? Esattamente così. Con un'ulteriore aggravante: che il motivo del gesto da voltagabbana - alla faccia dei tanto decantati elettori, a cui viene lisciato il pelo dalla casta un giorno sì e l'altro anche - è stato quello di tenere in vita l'indecoroso g
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