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Corsica e indipendenza, primo discorso del presidente in lingua corsa

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TALAMONI-CORSICAdi REDAZIONE

Il leader indipendentista Jean Guy Talamoni è stato eletto alla Presidenza dell’Assemblea di Corsica, l’organo legislativo della Collettività Territoriale di Corsica. Talamoni è stato eletto dopo tre scrutini con una maggioranza relativa di 24 voti, vale a dire l’insieme dei nuovi consiglieri eletti con la lista Pè a Corsica. Questo risultato è dovuto principalmente al fatto che, per i primi due scrutini, è necessaria una maggioranza assoluta, che gli altri partiti hanno rifiutato di concedere. I candidati erano 3, Jean-Guy Talamoni per i nazionalisti, Paul-Marie Bartoli per la sinistra e Camille de Rocca-Serra per la destra. I consiglieri del Front National non hanno invece candidato nessuno.

Il primo discorso del neo eletto Presidente dell’Assemblea è stato pronunciato interamente in lingua corsa. Talamoni ha ribadito l’apertura al dialogo e ha affermato che “u nostru duvere serà di permette à ognunu d’esse ascultatu“. Dopo aver affermato che sarà “u presidente di tutti l’eletti di st’Assemblea“, Talamoni ha continuato rivolgendo “duie parolle à nome di i mei, à nome di sta parte di muvimentu naziunale ch’ùn ha mai accittatu di ricunnosce l’autorità francese nant’à terra di Corsica.” e ha affermato che insieme agli altri nazionalisti, “simu ghjunti quì incù ciò chi no simu è ciò chi no portemu, […] incù e cisprere di Paoli, cascate in lu Borgu è in Ponte Novu, simu ghjunti quì incù i militanti di u Fronte di Liberazione Naziunale di a Corsica, morti per u nostru paese.” aggiungendo che “simu ghjunti quì incù a folla immensa è muta di tutti quelli ch’anu datu a sò vita per ch’ellu campi u populu corsu, […] incù i nostri prigiuneri, i nostri machjaghjoli.” Continuando l’elenco delle ragioni profonde della presenza dei nazionalisti “in stu locu sacru di a demucrazia corsa“, Talamoni ha ricordato la necessità di “porghje a manu à tutti i corsi e à quelli chi sò ghjunti ind’è noi ùn’hè tantu è chi so ghjunti in amichi, per sparte u nostru destinu.” e, chiamando all’unità dei corsi, ha chiesto “lasciate ogni paura, voi ch’entrate cun noi nant’à a strada di l’avvene, hè ghjunta l’ora di u ricunciliu di a nostra cumunità incù ella stessa” . Talamoni ha anche chiamato i rappresentanti dei corsi a lavorare insieme e ha annunciato che seguiranno incontri con tutti, dicendo che “dumane, scuntreremu i rapresentanti di a sucetà corsa, impiecati di u publicu è di u privatu, artigiani, cummercianti, agricultori, travagliadori culturali, insegnanti, studienti, disimpiecati, ritirati, sociu-prufessionali, associ e sindicati.”.

Un discorso storico, che segna la prima volta dei Nazionalisti alla guida della Corsica. Il più difficile inizia ora per il nuovo governo dell’isola: le sfide che si apriranno nei prossimi due anni saranno decisive per il futuro della Corsica e dei suoi abitanti. I Nazionalisti hanno lanciato un chiaro appello alle altre forze politiche a partecipare al processo decisionale nell’isola; la capacità di farlo sarà misura del senso di responsabilità di ciascuno.

Ecco il video del discorso completo:

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TRATTO DA QUI

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2 COMMENTS

  1. Caro Carlo su una rivista come il Miglio Verde parlare di lingua itaGliana fa accapponare la pelle. L’itaGliano come ormai sanno anche i sassi è una lingua imbastardita ed artificiale basata ampiamente sul toscano ed imposta a tutti i non toscani. I corsi sono appartenenti linguisticamente alla famiglia dei vernacoli toscani anche se, unica eccezione assieme (parzialmente) all’aretino, non posseggono la gorgia (la famosa spirantizzazione di /k/). Pertanto è naturale che il Corso sia comprensibile, ma semplicemente perché è una variante del toscano. Che poi vogliano fare parte di una grande “famiglia” (presumo lei intenda quella itaGliana) mi sembra fuori luogo visto che invece da questa famiglia (che poi non è una famiglia ma una galera forzata) vogliamo tutti andarcene …

  2. Bellissimo discorso.
    Non sapevo che la lingua còrsa fosse tanto simile a quella italiana, anche se sapevo che, in altre epoche, la Corsica si considerava più vicina all’Italia che alla Francia.
    Commoventi le citazioni riferite al patriota Pasquale Paoli e a Dante: ” … lasciate ogni paura voi ch’entrate … “.
    Certamente è un’affermazione di appartenenza ad una famiglia più ampia, purtroppo, ora, profondamente ammalata!

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