di PAOLO L. BERNARDINI
Un giorno, molto tempo fa, forse nel 1994, mi trovavo a Brown University, nel Rhode Island, e mi capitò di dover enumerare, in un consesso di storici e intellettuali, un po’ per celia, un po’ per orgoglio nazionale, ovvero genovese, le glorie della mia città. Terminai, naturalmente, con Edoardo Sanguineti, Renzo Piano, e Luciano Berio, allora Berio e Sanguineti erano ancor vivi, passando attraverso Paganini, Domenico Fiasella, e altri, e principiando, naturalmente, con Cristoforo Colombo. Ovviamente, la banalità, pronunciare il nome di Colombo in America, venne immediatamente colta e punita da un anziano collega: “Ma sei sicuro che Colombo fosse genovese?”. D’altra parte, non era codesta osservazione peregrina. Nei secoli, si sono succedute leggende sulle origini di Colombo, cui è stata attribuita, e in particolare in occasione del colossale quinto centenario del “descubrimiento”, o del “contatto”, ogni possibile patria, ogni possibile or
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