di PAOLO L. BERNARDINI
Dalla remota Tasmania mi giunge un interessante piano di sviluppo della locale università, una delle più antiche d’Australia, in un’isola bellissima, una vera e propria oasi della natura che guarda all’Antartide. Patria di tante cose, dal primo romanzo australiano, ad uno dei primi orti botanici australi, nel lontano 1818, al primissimo giornale scientifico australiano. Patria anche del grande storico, e difensore dei diritti degli aborigeni (e della loro vicenda di violazioni e storia negata), Henry Reynolds, classe 1938, autore di mirabili opere che mostrano bene come non basti non avere un concetto giuridicamente formalizzato di proprietà perché la proprietà, attraverso l’esproprio, ovvero il furto di stato, venga negata (Reynolds ha anche lasciato alla UTAS, l’università della Tasmania, l’eredità scientifica dell’ottimo centro di studi post-coloniali, il CAIA) . Vale per gli aborigeni australiani, vale per tutti gli aborigeni dell’Am