di MATTEO CORSINI
Ancora a proposito del partito degli “investimenti pubblici”, ho letto di recente un articolo in cui Pierluigi Ciocca ne descrive con enfasi i benefici per l’economia e anche i conti pubblici: “Se l’effetto di produttività degli investimenti è notevole nel medio termine, quello sulla domanda lo è anche nel breve periodo. Secondo l’econometria dell’Imf, sotto favorevoli condizioni, il moltiplicatore di “buoni” investimenti pubblici – che trascinano gli stessi investimenti privati – può superare 2 nell’arco di due-tre anni. Al confronto, il moltiplicatore dei consumi pubblici, dei trasferimenti, della detassazione è molto più basso: in Italia non supera 0,7-0,8”.
Credo che sia opportuno evidenziare l’inciso “sotto favorevoli condizioni”, perché è proprio quello che, solitamente, fa la differenza tra un modello econometrico e la realtà. Nel senso che tutti i modelli econometrici funzionano sulla carta. Purtroppo, però, le
Ai keynesiani occorre far capire che è peggio il tacon del buso.
Si attivano, indaffarati come non mai, per sostenere interventi che i fatti dimostrano esser errati , controproducenti e dannosi.
E’ un continuo arrampicarsi sugli specchi.
I fatti parlano chiaro.
I numeri , anche se in parte addomesticati dal potere, sono quelli di uno stato fallito che si è infilato in un vicolo cieco, rovinando economia e famiglie.
Ho dei dubbi anche sull’assunto che l’attività pubblica trascini quella privata.
Forse trascina e induce l’attività privata corruttiva, clientelare, criminale.
Dove c’è stato , a mio ricordo, c’è degrado.