di PAOLO L. BERNARDINI
Non mi pare che sia stato ricordato, almeno non quanto avrebbe dovuto, un evento triste che ha colto la comunità internazionale degli storici. La morte, l’8 marzo scorso, di Domenico Sella.
Domenico Sella era forse il maggior esperto di storia economica lombarda del Seicento. Ma prima di parlare della sua opera, occorre soffermarsi un pochino sulla sua vicenda personale. Sella apparteneva alla variabile e mutevole schiera dei “cervelli in fuga” italiani. Ma si trattava di un “cervello in fuga” per dir così di prima generazione. Dall’Italia i “cervelli” fuggono da sempre, o sono, come Gramsci, cacciati in prigione e uccisi. Sella nacque nel 1926 a Milano.
La generazione intellettuale precedente era stata colpita da un duplice bando: prima l’allontanamento degli intellettuali antifascisti, poi quello degli intellettuali ebrei. Sella rappresenta il caso di un intellettuale che molto probabilmente sceglie la strada dell’estero volontar
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