di JOSÉ GREGORIO MARTÍNEZ
Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, ha dichiarato questa settimana un “conflitto armato interno” contro le bande criminali legate al traffico di droga che hanno diffuso il terrore nel paese. Si tratta di un attacco contro la democrazia e le istituzioni che non si nascondono più dietro la facciata di una “epidemia sociale” o di uno “sciopero nazionale” come è avvenuto in Cile e Colombia per facilitare l’arrivo al potere del cosiddetto socialismo del 21° secolo. Sebbene il presidente ecuadoriano riconosca che esiste una guerra nel suo paese e sembra stia adottando misure adeguate per affrontarla, l'origine non è affatto dovuta a un conflitto endogeno.
La guerra ibrida – che comprende la forza convenzionale e mezzi irregolari – è il metodo utilizzato dai socialisti – rappresentati dal Correismo (riferito all'ex presidente Correa) in Ecuador – per creare un narco-stato, come è successo in paesi come Venezuela e Bolivia.