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Giorgetti, il “nordista” tricolorito e le solite stupidaggini riminesi

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di MATTEO CORSINI

Nel suo intervento al Meeting di Comunione e Liberazione, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha auspicato che i fondi pensione italiani investano di più in Italia, usando queste parole:
  • “Sarebbe importante che anche questi fondi di previdenza complementare, finanziati con i contributi dei lavoratori, guardassero e investissero più nel sistema Italia che all’estero. Guardando a quello che sono investimenti infrastrutturali di lungo periodo che danno un rendimento sicuro, certamente non speculativo, ma garantito nel lungo periodo”.
Si tratta di un auspicio abbastanza diffuso tra i politici e i destinatari dei supposti investimenti dei fondi pensione. Investire una porzione del patrimonio in infrastrutture da parte di soggetti che hanno orizzonti temporali lunghi come i fondi pensione può avere senso, ma se qualunque consulente privato raccontasse ai suoi clienti, proponendoli, che tali investimenti danno “un rendimento sicuro” e “garantito nel lungo periodo” sarebbe sanzionabile, e certamente farebbe pessimamente il proprio lavoro.
Di investimenti totalmente “sicuri”, soprattutto se a lungo termine, non ce ne sono. Quanto all’essere “garantiti”, si tratterebbe sempre di capire chi sarebbe il garante. Se i fondi pensione investissero in progetti infrastrutturali pubblici, i casi sarebbero due: o non c’è in realtà alcuna garanzia, con un rischio di tipo azionario, oppure dovrebbe trattarsi di investimenti di tipo obbligazionario, e in quel caso il garante sarebbero, in ultima analisi, i pagatori di tasse, non di rado coincidenti con coloro che aderiscono (e versano contributi) ai fondi pensione in questione.
Tutto ciò detto, suppongo che molti tra coloro che auspicano questi investimenti “patriottici” da parte dei fondi pensione non si curino minimamente del fatto che è sempre ragionevole avere un portafoglio di investimenti diversificato. A maggior ragione in questo caso, dato che versare contributi a un fondo pensione ha lo scopo principale di integrare la futura pensione pubblica, la quale dipenderà in tutto e per tutto da come andranno le cose in Italia, ed essendo il sistema pensionistico strutturato come uno schema Ponzi in un Paese che continua a invecchiare, finirà per pesare sempre più sulla cosiddetta fiscalità generale, ossia sui pagatori di tasse.
In definitiva, l’unica cosa che mi pare realmente sicura e garantita sarà proprio il conto pensionistico a carico dei pagatori di tasse.

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3 COMMENTS

  1. Discorso di chiusura della cocomera…
    tra l’altro basta guardare gli sponsor della manifestazione: S.Paolo-Trenitalia-Enel-Eni-Aci-Generali-Autostrade (solo tra i più noti), qui c’è il gota del potere finanziario massonico. altro che CL…

  2. Sarebbe utile ricordare che abbiamo un immondo sistema di tipo “a ripartizione”, ovvero i contributi versati dai lavoratori attuali sono utilizzati per finanziare le pensioni attuali. Sarebbe meglio se ogni lavoratore “adottasse” un pensionato e versasse direttamente a lui i soldi, tanto per far capire bene a tutti come stanno realmente le cose.

  3. Un soggetto da Gogna in pubblica piazza, tre ore al giorni per quattro mesi di seguito.
    Settimane in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia e Sardegna.

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