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Gli stipendi dei dipendenti pubblici sono spesa pubblica parassitaria

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parassitidi MATTEO CORSINI

“Chi sostiene, come la Germania ma anche alcune voci convenzionali italiane, che l’Italia è in crisi a causa di una enorme spesa improduttiva, è fuori dal mondo. Non vi è dubbio che nel Paese vi sia spesa improduttiva, ma è veramente difficile tagliarla senza aggravare la caduta dell’economia. Per il semplice motivo che anche la spesa più improduttiva in questa congiuntura costituisce comunque spesa e quindi consumi”. Paolo Panerai, fondatore di Milano Finanza e renziano doc, arriva a difendere perfino la peggiore spesa pubblica, definendola improduttiva quando sarebbe più veritiero definirla parassitaria. A suo parere quella spesa andrebbe tagliata quando l’economia va bene, non quando si balla tra stagnazione e recessione.

A parte il fatto che quando l’economia va bene la scusa per non tagliare diventa, alternativamente, che non ce n’è bisogno o che non si devono tarpare le ali alla crescita (sempre con il pretesto che quella spesa rappresenta per qualcuno reddito e consumi), il ragionamento di Panerai è totalmente fallace.

Si tratta, peraltro, di un classico del keynesismo all’amatriciana. Quello, per intenderci, che difende le migliaia di dipendenti pubblici totalmente inutili solo perché, appunto, lo stipendio che percepiscono viene poi speso in consumi. Per un keynesiano all’amatriciana è una situazione virtuosa: la spesa pubblica aumenta e aumentano anche i consumi, gonfiando il Pil.

C’è un problema: per alimentare quel circolo, o si usano le tasse, oppure si aumenta il debito pubblico (una cosa non esclude l’altra), ossia si pongono le basi per maggiori tasse future. Non solo non c’è nulla di produttivo in tutto questo, ma nel processo di redistribuzione si disincentiva la produzione di ricchezza reale, oltre a comprimere il diritto di proprietà dei soggetti tassati.

Per rendersene conto basta il buon senso. Una cosa evidentemente fuori dalla portata dei keynesiani all’amatriciana.

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7 COMMENTS

  1. Scusate eh ma un povero diavolo italiano che non è figlio di papà il quale padre per mantenerlo agli studi si fa in 4… poi senza capitali di famiglia magari residente in una provincia e in un paese del caxxo dove non c’è lavoro a cosa può aspirare se non ad un semplice concorso e ad un impiego statale pagato pure male oltretutto lontano da casa al Nord a dover pure pagare di affitto quasi più di quello che guadagna?? Io vincitore di concorso sono andato al nord a spendere più di quello che guadagnavo tra affitto e il resto …è ovvio poi che anche io ho chiesto il trasferimento ….mica potevo lavorare per regalare tutto il mio stipendio iniziale (1050 euro al mese nel 2001 ministero della giustizia) a chi specula sulle spalle dei lavoratori statali…..la verità è che in italia il lavoro dipendente è pagato malissimo e gli stipendi sono i più bassi dell’EU.

  2. Tutti i ragionamenti fatti sugli impiegati pubblici sono in gran parte veri.
    Quello che si dimentica è che il rendimento di quello che producono questi impiegati (Leggi, Regolamenti, ecc.) è paurosamente basso.
    Bisogna togliere dalle loro mani la stesura delle Regole !
    Ricordo che l’energia prodotto da un motore a scoppio è di circa il 30 %, mentre la stessa energia prodotta da un ciclo a vapore è di circa l’80%.
    E’ il CICLO bacato ! Altrettanto dicasi del ciclo PUBBLICO.

  3. Qui come al solito si fa di un’erba molti govoni.
    Vorrei ricordare che il n. di lavoratori pubblici in Italia è sotto la media dell’Europa.
    Se poi andiamo a vedere bene, troviamo che al nord ci sono poche persone mentre al sud…. e lo dico per ragion veduta, ma non occorre essere dei geni, per rendersene conto.
    A meno che non si voglia deviare l’attenzione.
    Ritornando al discorso imbastito, trovo che non si comprenda o si fa finta di non capire che le “tasse” senza sovranità monetaria vuol dire FURTO.
    Argomento più volte trattato ma sempre volutamente gettato nel cestino.
    Che il SUD sia in queste condizioni, è stato deliberatamente voluto, a partire dall’unificazione dell’Italia, alias spogliamento dei beni e oro di quei luoghi.
    Credo che invece di fare tali Sparate, occorra purtroppo osservare che l’Italia, non c’è mai stata e mai ci sarà.
    Troppe differenzazioni culturali storiche ci separano.

    • Ho qualcosa da obiettare sul numero sotto la media europea. Io parto sempre dal confronto con la Svizzera, non con l’Unione Stati Socialisti Europei detta anche Unione Europea. In Svizzera il rapporto tra dipendenti pubblici e cittadini è di 1 a 60, in Italia 1 a 17. Tanto per capirci se la Svizzera avesse 60 milioni di abitanti avrebbe 1 milioni di dipendenti pubblici. In Italia sono 4 milioni (3,5 a seconda delle statistiche), credo che si arrivi a 5 milioni con i parastatali.
      E’ vero che al nord i dipendenti pubblici (in gran parte meridionali) sono inferiori al bisogno questo per fenomeno che dura da decenni: al sud le scuole e le università sono delle fabbriche di dipendenti pubblici, regalano voti alti pur con una preparazione inferiore a quella del nord, le aziende private lo sanno benissimo, lo Stato lo ignora guardando solo al voto nei concorsi ed anzi dando un bonus ai meridionali. Tralascio sul fatto che i concorsi pubblici siano truccati, un mio amico alessandrino con padre siciliano all’ennesimo concorso pubblico andato male sbottò “non è possibile che io studi mi prepari e poi ad ogni concorso venga superato da qualcuno proveniente da un ignoto paesino del sud”. Poi visto che l’obiettivo è dare un posto pubblico ai meridionali chi vince il concorso al nord deve attendere 5 anni (forse 3 adesso) prima di chiedere il trasferimento al sud. Passano 5 anni al nord spesso con malattie in periodi di ponte o attaccati alle ferie, per restare al sud il più possibile, poi il trasferimento.
      Nuovo concorso per riempire gli organici al nord, segue altra infornata di meridionali che presto chiederà il trasferimento. Il risultato sono i 4 milioni di dipendenti pubblici quando ne basterebbero 2 milioni. Ai tempi mi ricordo che l’agenzia delle Entrate di reggio Calabria aveva lo stesso numero di impiegati di quella di Milano pur con 1/10 di partite Iva da gestire ed aveva pure risultati peggiori di recupero di evasione, tanto per far capire l’andazzo. Poi non mi stupisco dei “furbi del cartellino” se tutti restassero in ufficio semplicemente non ci sarebbe il lavoro per loro. Ci ha mai fatto caso che la percentuale di assenteisti è del 50% circa? Come ho detto in Italia ci sono 4 milioni di dipendenti pubblici quando ne basterebbero 2 milioni (il 50%) e 1 milione privatizzando previdenza sociale e sanità.

  4. Corsini ha scoperto un altro genio della finanza statalista.
    Tanti anni fa acquistai per un anno di abbonamento il giornale MF.
    Era il primo anno di uscita.
    Non era malaccio.
    Col tempo divenne oltremisura noioso.
    Passai dall’abbonamento all’acquisto saltuario in edicola.
    E poi stop.
    La finanza italiana, come disse non so chi, è una palude infestata di coccodrilli e altri predatori.
    La borsa italiana, è il posto dove gli stupidi si fanno derubare.
    Il risparmiatore comune, non evoluto, ne è la vittima designata.

  5. Vorrei fare una premessa storica: il comunismo non è crollato perché ci si è resi conto del suo fallimento, è crollato perché l’Urss, a causa della caduta del prezzo del petrolio, non poteva più mantenere i paesi satelliti che erano tutti in deficit. In Germania Est si diceva che “tutti avevano un lavoro ma nessuno lavorava”.
    In Italia vi sono due economie: un economia di mercato in Padania, un economia che io definisco “pseudocomunista” nell’Italia propriamente detta, con il problema che invece che farsi mantenere dall’Urss, l’italica pseudocomunista si fa mantenere a suon di tasse ed espropri dalla Padania, trattandola né più né meno come una colonia.
    Chi dice che la spesa improduttiva è impossibile da tagliare in parte ha ragione. Non dimentichiamoci che l’esercito di impiegati pubblici, di false pensioni d’invalidità, di pensioni sociali è localizzato o formato in gran parte in meridione. Famoso è il caso dei forestali, 30.000 in Sicilia, 20.000 in Calabria, ben più numerosi che in Canada o in regioni come Piemonte, Lombardia, Liguria. Toscana, il cui numero è mediamente sulle 600 unità. Esiste tutta una finta economia basata sui trasferimenti statali con soldi provenienti dalla Padania. Un paesino in Sicilia da solo ha più forestali che l’intero Piemonte, forestali che ricevono uno stipendio, lo spendono per l’affitto, per il pane, la carne, il giornale, a loro volta i giornalai compreranno pane, carne e così via in un delirio keynesiano. Il problema è che secondo keynes (quello del moltiplicatore fiscale e che non vedeva l’inefficienza del settore pubblico) dando il via con i trasferimenti pubblici poi si sarebbe generata un’economia locale che si sarebbe autoalimentata. Non è successo, sappiamo bene che se le teorie di keynes fossero giuste l’Italia sarebbe il paese più ricco del mondo.
    Ora immaginiamoci che arrivi al governo qualcuno che decida di spazzare via lo “pseudocomunismo”. Copia dalla Svizzera, privatizza la Sanità, la previdenza sociale, abbassa il numero di dipendenti pubblici a 1 milione (la stessa percentuale che in Svizzera in confronto alla popolazione). L’economia di Sicilia, Calabria, Campania, ecc sarebbe azzerata, non riescono neppure a campare su turismo, agricoltura, industria, un disastro peggiore di quello greco. Milioni di famiglie che dall’oggi al domani sarebbero senza stipendio, quindi blocchi stradali, manifestazioni, scioperi, assalto a supermercati e peggio ancora milioni e milioni di voti, un partito di maggioranza che voterebbe il primo Cetto La Qualunque di passaggio che promettesse il ritorno ai fasti dello pseudocomunismo.
    In breve: se aspettiamo che l’Italia tagli la spesa improduttiva o tagli le tasse che strangolano l’economia padana diventiamo tutti vecchi e poveri, l’unica soluzione è l’indipendenza e rapida, fino a che c’è ancora qualcosa da salvare.

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