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I liberi lupi del Parareit: musica e libertà, notte e dì!

Da leggere

di PAOLO L. BERNARDINI

Grazie alle cure della Solitalia – un cuore dedicato alla libertà – si è svolta una bellissima, innovativa giornata nel basso Friuli, nell’ettaro o poco più di spazio pubblico del Parareit, presso Cordenons.

Era il 28 giugno. Mentre le tre fanciulle – e un fanciullo cresciutello, quasi un infiltrato, il batterista! – di “The Living Dolls” , un simpatico, bravissimo gruppo rock (chissà forse ispirato dallo struggente “tune” di Cliff Richard, grandissimo cantante inglese del secolo passato, ancor per fortuna vivissimo oggi, ultra ottantenne), intrattenevano con la musica, in una simpatica atmosfera di sano divertimento, Leonardo Facco ed io ci siamo cimentati in una breve esposizione del pensiero libertario: applicandolo, Leo al rapporto con la musica, ed io, affascinato dal “locus” , e dal “genius loci” , ovviamente, al rapporto con il micro-territorio in cui ci trovavamo.

La musica rock, e non solo quella, si sa, è un’arte che dovrebbe essere l’espressione più sincera e viva della libertà. Purtroppo, non è così. I maggiori gruppi internazionali, con rare eccezioni, sono spesso asserviti alle peggiori ideologie dominanti: collettivismo, socialismo, catastrofismo ambientale, pacifismo scellerato, quando non comunismo e socialismo. Grandi capitalisti, inneggiano all’odio verso il capitale: ben sapendo che più lo fanno, più il loro capitale personale crescerà. Vulgus vult decipi: ma veramente il popolo vuol essere ingannato? Certamente, il conformismo è il migliore investimento possibile, anche e soprattutto nel mondo dell’arte: più ci si adegua al “mainstream”, più si guadagna, sotto ogni punto di vista. Si perde la dignità, però. Il problema è: ma la si possedeva, prima? I peggiori elogi delle ideologie più trite, viete, criminali, tristissime sono venuti da certo rock. Non tutto, ovviamente.

Ma se si è servi per miserrimi guadagni, magari nelle scuole di ogni ordine e grado, figuriamoci se non lo si diventa quando le cifre in ballo sono ben maggiori. Tutti i rockettari “apocalittici” – per dirla con quel servo di regime perfetto, ma almeno occasionalmente geniale, che fu Umberto Eco – sono perfettamente “integrati”. Gli ossequi più vili al conformismo ideologico si trovano là ove invece vi è illusione che vi sia qualche spazio di libertà: nelle bande musicali, nei quotidiani sportivi, perfino – a saperli studiare – nei siti pornografici. Non è strano: coloro che sono stipendiati direttamente dallo Stato hanno maggiori margini di libertà dei free lance pronti a vendersi: i primi non hanno bisogno di essere invitati a Sanremo per sollevarli da triste sorte, di essere “accettati” dal sistema per sopravvivere, ci sono già dentro. I secondi, no.

Non sempre è così, certo, e l’evento friulano è un piccolo esempio di grande, e buona volontà libertaria: far dialogare la musica con la parola, ed entrambe con l’ambiente. Perché bisogna sottrarre anche l’ambiente all’accaparramento del medesimo effettuato, vieppiù, dalle ideologie collettivistiche e catastrofistiche. Così non solo ho sommessamente spiegato come il Parareit sia ottimo esempio di “enclave”, con le sue recinzioni, che delimitano una proprietà, e in qualche modo la proteggono, separandola dall’esterno, ma con siepi artificiali che rendono anche visibile l’esterno stesso, dando una bellissima sensazione di continuità.

Non solo, ma la zona, come spiega un cartello all’ingresso dello spazio, è oggetto del ritorno del lupo, quando l’ultimo esemplare ucciso risale al 1931. Se può tornare il lupo, nulla è definitivo nella Storia. Potrebbe tornare la Serenissima? Potrebbe tornare, magari in forma moderna, un’unione tra Friuli e Veneto e chissà parte del Trentino (Trento stessa non fu mai, forse per sua fortuna, sotto San Marco) in una nuova repubblica triveneta che si liberi dell’angoscioso fardello italiano, creando uno stato modello nel mondo.

Il Friuli, magica, meravigliosa terra, è cosparso di segni identitari, da Aquileia a Palmanova – quasi tatuaggi luminosi che invecchiano alla fine meno del corpo, della pelle che decorano, orientandola però in direzione ben chiara, se il territorio fosse un corpo, dotato di pelle (come è, in fondo, a ben vedere) – che indicano il grande confine prima ancora che della Serenissima, dell’Occidente stesso. Leonardo Facco ed io eravamo giovani quando si veniva qui per affacciarsi al “comunismo” , che era a pochi chilometri, con l’abominevole dittatura titina che qualcuno in Italia riusciva perfino ad esaltare. All’esaltazione ideologica seguiva poi magari la svendita di territori storicamente legati all’Italia, ma soprattutto di italiani, in una parte che veramente Friuli non è (Friuli-Venezia Giulia è un abominio come Trentino-Alto Adige, accorpano spudoratamente, tali denominazioni, coppie di territori ben diversi, rispettivamente): Trieste conquistata con un’invasione del tutto illegittima dal punto di vista del diritto internazionale nel 1954; venti anni dopo, il 10 novembre 1975, la vergogna di Osimo.

Chissà per i cinquanta anni cosa verrà fuori, cori di servi e servette, accademici, politici, a celebrare quell’immondizia. Qui vi sono invece anche sogni di libertà, fosse pure l’allegra follia di D’Annunzio che fece comunque di Fiume un libero Stato. Magari fosse rimasto tale! Il ritratto votivo nella chiesa di Tauriano di Spilimbergo – San Nicolò Vescovo, ha celebrato i 500 anni dalla Consacrazione nel 2024 – ci fa vedere un lupetto al di sotto di Sant’Anna, cui si chiede ardentemente di proteggere e liberare “le creature dalli lupi”.

Su questo ha scritto un bell’articolo Alessandro Fadelli, eccolo qui chicca per i cultori di storia locale (VEDI QUIOra, ci sono i lupi cattivi. Sono i comunisti, i collettivisti, i socialisti, gli ambientalisti di sinistra, i re-distribuzionisti, i cultori della decrescita felice, del centralismo, dell’europeismo, del globalismo rosso, anche del governo unico mondiale, della monata (ops…moneta!) unica mondiale, di tutte queste fandonie, fomite di morte. Il Friuli ce li aveva ai confini. Non li ha fatti entrare. Palmanova fu costruita per fermare le incursioni ottomane. Le fermò. Almeno in parte. Poi magari il suo meraviglioso ottagono contribuì, almeno idealmente, a tener lontana la peste rossa che era a due passi, e tentava sempre di insinuarsi come una vipera carsica nella propaggine estrema del mondo padano. Non vi riuscì.

Ci sono, però, e per fortuna, anche i lupi buoni, quelli che conversano amabilmente magari con San Francesco, Lupo Alberto, ma via, anche la buonanima di Alberto Lupo, che avrebbe compiuto 100 anni l’anno scorso, un genovese come me, poi Lupo de Lupis, i lupetti che divengono scout, insomma, i lupi buoni non son pochi. Al Parareit il 28 giugno 2025 tanti lupi libertari, grandi e piccini, uomini e donne, hanno superato agilmente le recinzioni, cantato, suonato, ballato, ululato alla loro luna, che è la Libertà. La melodia più dolce che possa intonare il genere umano.

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6 COMMENTS

  1. “Non vedo il problema se alcuni articoli li lascio liberi da leggere”.

    E mai lo vedrai, perche non ragioni da informatico.
    Questo sito è fatto alla garibaldina, pesca cookies a strascico.
    Pulisci i cookies del browser e leggi un articolo libero, nessun problema. Poi passa ad un articolo ad esempio ibrido: nessun problema. Poi torna al primo articolo libero: forse nessun problema (dovrebbe avere i cookies giusti). Ora vai ad un ALTRO articolo libero e e qui casca l’asino: lo tratterà come un articolo ibrido inibendone la lettura perchè ha i cookies sbagliati. E devi tornare a pulire i cookies.

    Ecco perchè qui sotto l’intelligentone ti segnalava un problema che allora era abbastanza limitato, ora sta diventando una piaga.

    https://www.miglioverde.eu/dieci-motivi-per-cui-un-anarcocapitalista-non-dovrebbe-pagare-le-tasse/

    Soluzione intelligente: mettere un titolo/bollino rosso-giallo-verde-quello-che-vuoi almeno uno sa che cosa si deve aspettare.

  2. Facco devi fare pace con te stesso e decidere se vi devono essere articoli free che si possono leggere e commentare e articoli pay che invece no, oppure articoli free che poi diventano pay oppure articoli ibridi che si può commentare ma non leggere… e via dicendo e via dicendo.
    Questa non è anarchia, questo è casinismo.

    Quanto al delicato e un po’ insipido Cliff Richard, ricordato in Italia (se va bene) solo per “Congratulation”, vorrei sapere che hanno a che fare quelle pesta piatti e tira corde delle Living Doll su cui proprio ieri o stanotte ho scritto un commento sul sito dei ML e che naturalmente è andato in antispam.

    • Non vedo il problema se alcuni articoli li lascio liberi da leggere. Sull’evento, spero ti risponda chi ha organizzato.

      • Ah, ecco, ho scoperto che Living Doll è una canzone country di CF. Vabbè, ripeto, in Pulzinellenland a parte “Congratulations”, manco ci si ricorda che costui esista e dubito che le pesta piatti facciano eccezione.

    • In merito al tuo parere sul sito ML, nessun anti-spam, ma solo tempo necessario per approvarlo. Approviamo anche commenti idioti, come vedi.

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