di PAOLO L. BERNARDINI
Due eventi, di recente, hanno risvegliato il mio (mai sopito, del resto) interesse per la geopolitica della civiltà veneta, e la sua proiezione verso Ovest, qualcosa di suggestivo, se si pensa alla proiezione occidentale della civiltà europea.
Il primo, la bellissima lezione di Alessandro Mocellin all’Insubria, nell’ambito del mio corso di Storia moderna. Mocellin – che ne è tra i massimi esperti al mondo – ha parlato dottamente e brillantemente della lingua veneta, dei suoi parlanti, delle sue origini, delle sue peculiarità all’interno della grande famiglia delle lingue romanze. Ora, il veneto è parlato non solo in gran parte del Brasile del Sud, ma anche in una piccola zona del Messico. Questo è un contributo notevole alla traversata dell’Atlantico compiuta dalle lingue romanze: dallo spagnolo al portoghese. E ovviamente anche l’italiano. Che è una lingua come il veneto. Ma naturalmente dobbiamo includerci almeno anche il catalano. Si