di REDAZIONE
Questa è la storia di un brigante “per caso”: Antonio Secola, muratore del Fortore, area geografica montana della Campania, al confine con Puglia e Molise.
Secola si trova coinvolto, suo malgrado, nella violenta e cruenta vicenda del brigantaggio meridionale nell’Italia post-unitaria.
I briganti, agli ordini di Michele Caruso, imperversano nella zona. Secola, scappato dal carcere di Campobasso, dov’era rinchiuso per un furto commesso per sfamare la sua famiglia, si fa brigante e ben presto conquista la fiducia dei suoi compagni e del comandante Caruso, tanto da diventare il suo luogotenente.
L’esercito piemontese, intanto, reprime ferocemente le rivolte, vere o presunte, dei briganti e quando Secola si rende conto che l’epilogo è vicino si consegna e confessa; avrà così salva la vita, ma sarà recluso fino alla fine dei suoi giorni nel penitenziario di Portolongone (Isola d’Elba).
La piccola storia di un uomo che, come tanti, viene travolto