di PIERGIORGIO MOLINARI
Ogni tanto mi piace ripubblicare questa vignetta. Dal mio remoto osservatorio, ricevo testimonianze alternativamente stupite o divertite, compassionevoli o inorridite, che narrano di supermercati e strade dove la maggioranza schiacciante degli individui si ostina a indossare la mascretina, nonostante il pur illegittimo obbligo sia decaduto da una settimana.
Queste entità biologiche – perché definirli persone è meno eccessivo che improprio – certo sono state plagiate e hanno paura. Ma non hanno paura soltanto o soprattutto della malattia, quanto piuttosto dell'esclusione sociale.
Ciò che davvero le atterrisce più del contagio è l'idea di dover sopportare lo sguardo accusatorio del vicino di schiavitù qualora scegliessero di levarsi la maschera della sottomissione. La vertigine che nascondono dietro il cencio sul muso è quella di ritrovarsi a vivere da uomini, anziché da misere entità casuali quali sono. Il mimetismo sociale, il conformismo