DI SAMUEL JABERG*
Il lavoro nero, più che servire ad aggirare il fisco e le assicurazioni sociali, permette ai lavoratori precari di conservare la propria professionalità e dignità. Lo dice uno studio condotto da alcuni sociologi di Neuchâtel.
«La precarietà finanziaria ti spinge a lavorare in nero. Quando vivi con la pressione costante di non sapere come arrivare alla fine del mese, penso che sia assolutamente giustificato ricorrere a un’attività non dichiarata». Fabio**, 30 anni, è un lavoratore indipendente attivo nel settore culturale. Assieme a una sessantina di altre persone ha raccontato la sua storia a tre sociologi neocastellani, nel quadro di uno studio sostenuto dal Fondo nazionale per la ricerca scientifica (FNS).
La pubblicazione dell’opera “Le travail au noir – Pourquoi on y entre, comment on en sort” (Il lavoro nero – come ci si entra, come se ne esce) segue di quattro anni l’introduzione della legge federale sul lavoro nero e arriva dopo