di PAOLO L. BERNARDINI
Mentre si consuma nello squallore senza pari di fraudolenti postulanti rivali la campagna elettorale per eleggere i tenutari di uno stato che dal 1861 occupa con la violenza la mia terra, la mia cultura e la mia storia, e anche la mia lingua, vorrei iniziare l’anno veneto, oggi primo marzo 2018, con un inno alla bellezza. Questa bellezza che ci viene ogni giorno sottratta dalle lordure che ci propina la stampa, la televisione, la rete, il sapere pubblico, che rende caricatura ogni verità, e dà lustro solo alla menzogna. Ricordando sempre che la libertà del Veneto è la meta finale della mia lotta, il primo oggetto dei miei sogni. E così, da sempre rapito dall’immagine canoviana di Amore e Psiche, traduco qui – credo per la prima volta – nella lingua italiana, quella lingua che i tenutari d’Italia dal 1861 violano e stravolgono nella loro gretta baldanza –, una poesia di Friederike Brun.
Chi era costei? Una poetessa danese, nata nel 1765, mor
Grazie Signora Caterina, apprezzo il Suo commento appassionato. Segnalo due refusi (quando mi entusiasmo, scrivo troppo velocemente): otto righe dall’inizio: “meta finale” per “mia finale”; e quarta riga dalla fine, “volle eternare” per “volte eternare”. Saluti cari a tutti.
…ci manca a tutti ancora… perche’ e’ nostra a meta’… ma vogliamo ardentemente l’altra meta’…si’, prima di morire… di attesa e di speranza!