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Islam e violenza: una costante storica di conquista e sottomissione

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di LUIGI CORTINOVIS La questione islamica è tra le più spinose del nostro tempo. In molti preferiscono ridurla a un fenomeno marginale di estremismo, o addirittura ad un’incomprensione culturale, di mancanza d'integrazione, ma la realtà storica racconta altro: dall’avvento di Maometto sino ai nostri giorni, la violenza coercitiva e la volontà di sottomissione sono tratti sistemici dell’Islam politico. Le origini: dall’Hijra alla conquista del Medio Oriente Nel 622 d.C., Maometto lasciò la Mecca e si rifugiò a Medina (Hijra), dando avvio non soltanto ad una nuova fase religiosa, ma a un vero e proprio progetto politico-militare. L’Islam nacque come religione inseparabile dalla spada: la jihad, “sforzo” per imporre la legge di Allah, era già parte integrante della nuova comunità. Nei decenni immediatamente successivi alla morte di Maometto (632 d.C.), gli eserciti arabi dilagarono: Siria, Palestina, Mesopotamia, Egitto e Nord Africa caddero rapidamente sotto i
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