di ROMANO BRACALINI
In fondo quest’ultimo caso delle telefonate di Napolitano intercettate dalla Procura di Palermo, non ci sorprende troppo, né che partiti e i grandi giornali d’opinione abbiano preso posizione a favore del Quirinale o dei PM (pochi) a seconda della convenienza politica. Più che la verità, vogliamo che non si incrini il principio di autorità e il cittadino è più spesso complice del potere del quale si lagna e al quale tutto sommato assomiglia. Più che il desiderio di fare chiarezza sulla natura dei rapporti tra Stato-mafia, c’è la preoccupazione di salvaguardare anzitutto l’onorabilità del presidente scalfito dal sospetto e certamente amareggiato per ciò che sta succedendo. Ma non è di questo che vogliamo occuparci, quanto del quadro spaventoso di decadenza civile e morale che anche quest’ultimo episodio rivela.
Nessun paese civile ammetterebbe le intercettazioni telefoniche come metodo di indagine della magistratura, da noi è prassi ordin
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