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Blueseed: al largo della california comparirà una “quasi nazione”

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di STEFANO MAGNI Negli Stati Uniti la disoccupazione è aumentata dal 7,8% al 7,9% e la stampa progressista festeggia. Perché, tutto sommato, nell’ultimo mese sono stati creati 171mila posti di lavoro. E perché (e questo è incredibile), l’aumento degli iscritti alle liste di disoccupazione è visto come… un segnale di fiducia! Anche oltre Oceano, infatti, si dà per scontato che una buona parte dei disoccupati non sia neppure iscritta come tale, perché ha perso ogni speranza di cercare, oltre che di trovare, un nuovo impiego. Quell’aumento di 0,1 punti percentuali nel tasso di disoccupazione è dato, dunque, dai non lavoratori che hanno deciso di cercare. O di ricominciare a sperare. Siamo così alla frutta? Non come in Italia, ovviamente. Negli Stati Uniti si parla di ripresa lenta. Da noi, invece, c’è proprio la recessione. Romney non ha tutti i torti quando sventola l’Italia (e la Grecia e la Spagna) come un “babau”: guardate dove possiamo arrivare, ha det
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