di GIANLUCA MARCHI
Il progetto di trasformare la Lega Nord per l'indipendenza della Padania (si dice ancora così? mah...) in un partito nazionale sembra segnare il passo da qualche settimana a questa parte. Già dimenticato in qualche cassetto dopo essere servito per pompare i sondaggi oltremodo positivi sull'operato di Matteo Salvini oppure posto solo momentaneamente nel congelatore perché c'è da giocare la partita vitale del Veneto e dunque è necessario riscoprire le specificità territoriali? In un caso o nell'altro, la verità è che le prossime elezioni regionali del Veneto si prefigurano come un banco di prova fondamentale nel cammino del giovane e rampante segretario leghista, sull'altare del quale si devono al momento sacrificare tutti i giochi pirotecnici ai quali eravamo stati abituati da un po' di mesi. Ad esempio ai fini dell'alleanza con Berlusconi e con quel che resta di Forza Italia, accordo annunciato proprio ieri sera, è stata sacrificata la candidatura di E
ma perchè la lega è sempre impegnata a giocare una partita vitale? se maroni non fosse stato eletto in lombardia era la fine, se zaia non viene eletto in veneto è la fine… e via di questo passo. Col senno di poi se Maroni non veniva eletto forse era un bene. Non è che si confonde la speranza di molti giornalisti italiani e di qualche indipendentista deluso con la realtà? In una partita si vince e si perde, il rischio di sparire non sta nella sconfitta, ma nel trottolismo, termine che ho inventato seduta stante, ma che descrive bene chi un giorno va in sicilia a chiedere scusa e candida rixi e poi ritira rixi e si arrocca in Veneto, di chi le spara grosse, nuovo leader del centro destra nazionale e poi quasi quasi molla tutto e fa il sindaco di milano. stare un po’ qua un po’ là permette di fare il piacione con tutti, ma alla lunga stanca e rimani da solo. la mancanza di coerenza è rischiosa, non la sconfitta.