di J. B. SHURK
Il linguaggio politico manipola il dibattito politico. Gli oppositori dell'aborto che si definiscono "pro-vita" definiscono i sostenitori dell'aborto come "pro-morte". I sostenitori dell'aborto che si definiscono "pro-scelta" definiscono ogni opposizione "anti-scelta". Chi vuole essere "pro-morte" o "anti-scelta", dopo tutto? Questa è la natura della politica. Le parole sono armi: quando vengono maneggiate abilmente, danno forma a un campo di battaglia nelle nostre menti.
Che cosa significa, dunque, quando i leader occidentali parlano così tanto di democrazia ma così poco di diritti individuali? O che predicano le virtù delle istituzioni internazionali, mentre demonizzano il nazionalismo come xenofobo e pericoloso? Significa che la sovranità nazionale e i diritti naturali e inviolabili sono sotto attacco diretto in tutto l'Occidente.
È diventato piuttosto comune per i politici europei e americani dividere il mondo tra nazioni "democratiche" e "autoritarie"