di LUCA MARIA BLASI
A pochi giorni da Ferragosto, un Governo dimissionario ha proposto, e un Parlamento sciolto ha frettolosamente approvato, una riforma che decreta sostanzialmente la morte della giustizia tributaria in Italia, a causa dell'abbassamento della qualità dei giudici e dell'aumento della loro dipendenza dal MEF.
Agli attuali giudici, magistrati di carriera e professionisti esperti nominati con atto apicale complesso (delibera del Consiglio Superiore della Giustizia tributaria, decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze e infine Decreto del Presidente della Repubblica), previo superamento di un concorso per titoli (non solo culturali, ma soprattutto di servizio, come ad esempio l'aver amministrato o avuto la responsabilità del controllo dei conti di una società) subentreranno infatti neomagistrati privi di qualsiasi esperienza, nominati con semplice Decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze per superamento di un classico concorso teorico, sulla